La libreria alla fine del mondo

Titolo: La libreria alla fine del mondo
Autore: Ruth Shaw
Pagine: 272
Formato: copertina flessibile
Editore: Giunti Editore

Trama

In un angolo remoto della Nuova Zelanda, nascosto tra le montagne, laghi e silenzi, esiste un luogo che sembra uscito da un un sogno: Una minuscola libreria nel cuore del Fiordland, il "luogo più selvaggio" del paese. Ma questa libreria non è solo uno spazio pieno di libri: è un rifugio, un crocevia di storie, un punto d'incontro tra viaggiatori, anime curiose e lettori di passaggio. Ruth Shaw, la proprietaria, ha alle spalle una vita tutt'altro che ordinaria. Con uno stile semplice e autentico, ci accompagna in un racconto che intreccia le sue esperienze personali con le storie di chi varca la soglia della sua libreria: persone comuni con desideri, dolori e speranze che trovano, tra gli scaffali e le pagine, un po' di conforto, ispirazione o semplicemente un sorriso. Tra i ricordi, le riflessioni e i momenti di vita vissuta, La libreria alla fine del mondo non è un romanzo tradizionale, ma un mero e proprio memoir che raccoglie frammenti di vite: alcuni teneri, altri ironici, altri ancora toccanti. Un libro che celebra il potere della lettura, della comunità e della resilienza.

Lo stile dell'autrice
Lo stile di Ruth Shaw è semplice, diretto e profondamente autentico. Non cerca artifici letterari o costruzioni elaborate: scrive come se stesse raccontando a voce, con la sincerità di chi ha vissuto molto e ha scelto di condividere solo ciò che conta davvero. Il linguaggio è essenziale ma mai superficiale. Ogni parola è scelta con cura e sembra misurata, ogni aneddoto ha la sua rilevanza. C'è un ritmo pacato, quasi meditativo, che si accorda perfettamente all'atmosfera dei luoghi descritti — silenziosi, remoti, ma pieni di vita interiore. Un altro aspetto che colpisce è la naturalezza con cui l'autrice passa da episodi personali intensi a momenti più leggeri e quotidiani. C'è ironia, c'è tenerezza, c'è lucidità. Ruth Shaw non si nasconde dietro la sa scrittura; mette sulla pagina se stessa, nel bene e nel male, con una trasparenza che risulta spesso disarmante. In alcuni passaggi il testo assume un tono quasi riflessivo, come se fosse più un diario che un racconto lineare. Questo rende la lettura molto intima, ma richiede di abbandonare l'idea di " trama" in senso classico. È una scrittura che si muove a onde, come l'acqua del lago vicino alla sua libreria: calma in superficie, ma profonda sotto.

La mia opinione personale

La libreria alla fine del mondo è uno di quei libri che non si leggono per "sapere come va a finire", ma per il modo in cui ti accompagna, pagina dopo pagina. È un libro che si prende il suo tempo, e ti invita a fare lo stesso. A rallentare e osservare. Mi è piaciuto per la sua onestà: Ruth Shaw racconta la sua vita senza maschere, senza cercare di apparire migliore o più forte di quanto si senta davvero. C'è qualcosa di profondamente umano nella sua voce: fragile, lucida, a tratti ruvida, ma sempre vera. Ultimamente sto cercando di variare un po' le mie letture, uscendo dal genere che "frequento" di più — i thriller— per esplorare storie diverse, più intime e riflessive. E questo libro si è rivelato una scoperta davvero piacevole. Una lettura "ariosa", come una boccata di ossigeno dopo tanti colpi di scena e atmosfere tese. Mi ha fatto bene. E mi ha ricordato quanto i libri siano capaci di raccontare il mondo anche nei silenzi, nei piccoli gesti, nei luoghi lontani. Ho apprezzato anche il fatto che non ci fosse una struttura troppo rigida. Alcuni potrebbero trovarlo un limite, ma a me è sembrato un punto di forza: il libro assomiglia più a una passeggiata tra degli scaffali disordinati ma pieni di tesori, che a un romanzo con un percorso prestabilito. Non è una lettura per chi cerca colpi di scena o una storia lineare. È per chi ama i libri che parlano di vita vera, di comunità, di solitudine. Per chi crede che le librerie siano molto più che negozi: sono spazi emotivi, rifugi, ponti invisibili tra le persone. E forse, più di tutto, è un libro che ci ricorda che anche alla fine del mondo— in un posto lontanissimo da tutti— può esistere qualcosa di profondamente vicino a noi.

Note dell'autrice

Ruth Shaw è una scrittrice e libraia neozelandese che ha vissuto una vita intensa e avventurosa prima di aprire, all'età di 71 anni, ben tre minuscole librerie nel Fiordland, una delle regioni più remote e selvagge della Nuova Zelanda. La libreria alla fine del mondo è il suo esordio letterario, un memoir che intreccia episodi della sua vita con le storie dei lettori che hanno attraversato la soglia delle sue "Two Wee Bookshops", situare nei pressi del lago Minapouri. La sua esistenza è stata segnata da esperienze rocambolesche: ha vissuto in diversi luoghi dell'Oceania, ha avuto più relazioni, figli, cambi di lavoro e momenti di profonda trasformazione. Tutto questo ha contribuito a renderla una libraia capace di ascoltare, consigliare e accogliere, con una saggezza che nasce dalla vita vissuta.





 

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