28 anni dopo

 

28 anni dopo, uscito nel 2025 è il terzo capitolo della celebre saga iniziata con 28 giorni dopo e dopo proseguita con 28 settimane dopo. È diretto da Danny Boyle, che torna alla regia dopo aver diretto il primo film, e scritto da Alex Garland, anche lui di ritorno dopo aver sceneggiato il capitolo originale. Prima di analizzare quest'ultimo film facciamo una panoramica dei precedenti.
Attenzione: saranno presenti dettagli completi che riguardano i film 28 giorni dopo e 28 settimane dopo.
In un laboratorio di Cambridge, un gruppo di attivisti animalisti libera degli scimpanzé usati per esperimenti. Ignorando gli avvertimenti di un ricercatore, che gli informa che gli animali sono stati infettati con una variante del virus della rabbia, altamente contagiosa. Uno scimpanzé attacca una donna, e il virus si diffonde immediatamente. 28 giorni dopo, Jim (Cillian Murphy), un corriere, si risveglia dal coma in un ospedale abbandonato di Londra. La città è deserta, devastata da un'evacuazione di massa. Jim scopre che il virus ha trasformato gran parte della popolazione in "infetti": esseri umani rabbiosi e violenti, non morti ma completamente fuori controllo.

Jim si unisce a Selena (Naomi Harris) e Mark, due sopravvissuti esperti. Dopo un attacco, Marck perde la vita colpito da Selena per evitare la diffusione del virus in quanto era stato infettato. In seguito, incontrano Frenk ( Brendan Gleeson) e sua figlia Hanna, che li convincono a partire per cercare un rifugio in una base militare.

Il gruppo raggiunge una villa fortificata comandata dal maggiore Harry West (Christopher Eccleston.) Inizialmente sembra un rifugio sicuro, ma presto si scopre che i soldati hanno piani inquietanti: vogliono usare le donne per ripopolare il mondo. Jim riesce a ribellarsi, liberando un infetto catturato e scatenando il caos nella base.

Jim, Selena e Hanna riescono a fuggire. In una scena finale ambientata settimane dopo, vivono in una casa di campagna, sperando di essere salvati da un aereo che sorvola la zona, ma il virus sembra essersi diffuso anche oltre il Regno Unito.

Il film si apre con Don ( Robert Carlyle) e sua moglie Alice (Catherine McCormack), nascosti in una casa di campagna con altri sopravvissuti. Quando gli infetti attaccano, Don fugge, lasciando Alice indietro, convinto che sia morta.

28 settimane dopo l'inizio dell'epidemia, il virus sembra debellato. La NATO e l'esercito americano inizia a ripopolare Londra, creando una zona sicura sull'Isle of Dogs. Don è ora un responsabile della sicurezza e accoglie i suoi figli, Tammy e Andy, tornati dalla Spagna.

I ragazzi in cerca di ricordi, si avventurano nella loro vecchia casa e trovano Alice v iva, ma in stato confusionale. Viene scoperto che Alice è portatrice sana del virus: non mostra sintomi ma può trasmetterlo. Don, sopraffatto da senso di colpa, bacia Alice... e si infetta. Il virus si diffonde nuovamente nella zona sicura, provocando il collasso dell'intera operazione militare.

L'epidemiologa Scarlett Ross ( Rose Byrne), il sargente Doyle (Jeremy Renner), e i ragazzi cercano di fuggire dalla città. Scarlett capisce che Andy potrebbe avere la stessa immunità della madre, e quindi essere la chiave per una cura. Ma la situazione precipita: Scarlett viene uccisa, Doyle si sacrifica, e solo Andy e Tammy riescono a fuggire.

I due fratelli raggiungono un elicottero e lasciano Londra. Nell'epilogo, si vede Parigi infestata dagli infetti, suggerendo che il virus si è diffuso in tutta Euoropa.
Ventotto anni sono passati, ma il battito del terrore non si è mai davvero fermato. 28 anni dopo non è soltanto il terzo capitolo di una saga cult: è un ritorno alle origini, una rinascita viscerale che mescola memoria, mutazione e malinconia in un mondo che ha dimenticato cosa significa essere umano. Quest'ultimo film non parla solo di infetti, ma è una riflessione sulla memoria, sull'eredità, sul confine tra controllo e libertà.

Un gruppo di sopravvissuti vive isolato su un'isola, collegata alla terraferma da una lunga strada rigidamente sorvegliata. La comunità, apparentemente al sicuro, ha costruito una fragile normalità fatta di regole severe, routine e silenzi. Tra loro c'è Rose (Jodie Comer), una giovane donna "inquieta" che no ha mai smesso di chiedersi cosa ci sia oltre il confine. Quando un membro della comunità, Alex ( Aaron Taylor- Johnson), viene incaricato per una missione sulla terraferma, insieme a suo figlio, scopre che la verità va ben oltre ogni previsione: gli infetti non sono più come prima, e anche gli umani sono cambiati. Le mutazioni del virus hanno generato nuove forme di di pericolo, ma è l'evoluzione morale e sociale degli uomini a rivelarsi la vera minaccia più insidiosa. Nel frattempo, l'ex leader della comunità dell'isola, il dottor Lennoz (Ralph Fiennes), nasconde verità scomode che potrebbero cambiare tutto. Mentre il confine tra "infetto" e "sano" si fa sempre più sottile, i protagonisti si trovano costretti a ridefinire il concetto di sopravvivenza.

Molti spettatori hanno notato che il film sembra apparentemente scollegato dai primi due, e in parte è vero:
-Non ci sono riferimenti diretti ai protagonisti dei capitoli precedenti.
-L'ambientazione è più isolata e meno urbana.
-Il tono è più filosofico e meno action, almeno per questa prima parte.
Ma c'è anche una continuità tematica: il virus, l'isolamento, la lotta per la sopravvivenza, e soprattutto la riflessione su cosa resta dell'umanità dopo il disastro.


Si può vedere 28 anni dopo senza conoscere i capitoli precedenti?

La risposta è: sì, ma con qualche riserva. Se sei un nuovo spettatore, 28 anni dopo può essere un ottimo punto di ingresso. Ma se vuoi cogliere tutte le sfumature, recuperare i primi due film, entrambi intensi, è decisamente consigliato.

Dopo anni di attesa e speculazioni, 28 anni dopo segna l'inizio di una trilogia completamente nuova, scritta da Alex Garland e prodotta da Danny Boyle, con ogni film diretto da un regista diverso. I tre capitoli previsti sarebbero:
1. 28 anni dopo (2025)-diretto da Danny Boyle
2. 28 anni dopo: Il tempio di ossa (2026) diretto da Nia DaCosta
3. 28 anni dopo: Parte 3 (titolo provvisorio e previsto per fine 2026)- regista ancora da annunciare
Pensiero personale
28 anni dopo mi ha spiazzata. Mi aspettavo un horror adrenalinico, sulla scia dei capitoli precedenti, ma mi sono ritrovata davanti a qualcosa di diverso: un film più silenzioso, più cupo, quasi contemplativo. All'inizio ero perplessa, mi sembrava lento, distante, ma con il passare dei minuti ho iniziato a cogliere il senso di vuoto e si isolamento che permea ogni scena. Il primo film resta quello che preferisco, forse perché è l'inizio di tutto: grezzo, diretto, indimenticabile. Ma devo ammettere che 28 anni dopo ha acceso in me una curiosità nuova. Voglio capire dove vogliono andare a parare con questa nuova trilogia, cosa vogliono raccontare davvero. Se questo è solo l'inizio, allora sono pronta a seguirli, anche se il cammino sarà più oscuro e meno prevedibile.



















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