The Assessment

The Assessment è un thriller fantascientifico del 2024, scritto da Dave Thomas, Nell Garfath-COX e Jhon Donnelly, e diretto da Fleur Fortuné, al suo debutto nel lungometraggio. Il film è prodotto da Stephan Wolley, Elizabhet Karlsen e Grant S. Johnson, e vede come protagonisti Elizabhet Olsen, Alicia Vikander e Himesh Patal. La pellicola è stata presentata in anteprima al Toronto Film Festival l'8 settembre 2024 ed è uscita negli Stati Uniti il 21 marzo 225, distribuita ma Magnolia Pictures. I Italia è stata resa disponibile su Prime Video l'8 marzo 2025 e successivamente distribuita in alcune sale cinematografiche a partire dal 21 marzo 2025.

Trama

The Assessment è ambientato in un futuro prossimo segnato dal collasso ambientale e, di conseguenza, da una forte scarsità di risorse. Mia (Elizabhet Olsen) è una botanica impegnata nella coltivazione di piante, tra cui alcune specie molto rare o ormai estinte, mentre Aaryan (Himesh Patal) è un designer di animali virtuali. I due coniugi, che all'interno della società rappresentano una delle poche famiglie benestanti, vivono in una casa dotata di tecnologia avanzatissima, protetti da una cupola.

Nonostante i loro privilegi, si sentono comunque incompleti, poiché in questa società la genitorialità è strettamente controllata: per avere un bambino è necessario superare una valutazione di sette giorni, condotta da un'assessora inviata dal governo.
Mia e Aaryan ricevono il consenso per essere sottoposti a tale valutazione, e così arriva Virginia ( Alicia Vikander), l'assessora assegnata, che si traferisce nella loro abitazione per osservare ogni aspetto della loro vita quotidiana. Con un atteggiamento freddo e metodico, Virginia sottopone i due coniugi a una serie di test psicologici molto intensi. Tutte queste prove mettono a dura prova la loro relazione, portando alla luce insicurezze e conflitti profondi.
Con il passare dei giorni, i metodi di valutazione di Virginia diventano sempre più strani e invasivi, causando eventi traumatici che sconvolgeranno profondamente la coppia... fino a un inaspettato e terribile epilogo finale.

Ma quali sono i punti su cui, a mio avviso, il film vuole farci riflettere?

Alla base di The Assessment c'è una domanda semplice ma potentissima: chi può davvero decidere se siamo adatti a diventare genitori? Il film prende un tema profondamente umano, il desiderio di avere un figlio, e lo porta all'estremo, mostrandoci cosa succede quando l'amore viene sottoposto a giudizio, analizzato, messo alla prova come fosse un algoritmo da superare. Attraverso la vicenda di Mia e Aaryan, e l'arrivo freddo e spietato di Virginia, il film ci fa riflettere su quanto la società, la burocrazia e la tecnologia possano diventare invadenti, fino a intaccare le nostre emozioni più intime. Ci ricorda che nessuna coppia è perfetta, che tutti abbiamo paure, fragilità, dubbi. E che non dovrebbero essere questi a impedirci di amare o di costruire qualcosa insieme. In fondo, The Assessment ci parla della libertà di essere imperfetti, del coraggio di scegliere l'autenticità in un mondo che ci vuole sempre sotto controllo. E ci lascia con una sensazione amara ma potente: l'amore non si può misurare, e la vera umanità spesso sta proprio in ciò che non può essere valutato da nessun test.

Una delle cose che ho apprezzato di più di questo film è sicuramente la bravura degli attori. Elizabhet Olsen e Himesh Patel sono convincenti nel mostrare tutte le sfumature emotive di una coppia messa sotto pressione: ci sono momenti in cui basta uno sguardo per farci sentire il peso del non detto. Ma è Alicia Vikander che mi ha davvero colpita: il suo personaggio è gelido, inquietante, e riesce a creare disagio senza alzare la voce, solo con lo sguardo, con la sua sola presenza.

The Assessment non è un film "facile" e non lo definirei di intrattenimento leggero. Lo consiglio se vi piacciono le storie che scavano dentro, che fanno riflettere e che, in certi momenti, mettono a disagio più per quello che fanno emergere a livello psicologico che per ciò che mostrano visivamente. È uno di quei film che ti rimane addosso anche dopo i titoli di cosa, e che magari non guarderesti due volte... ma che sei felice di aver visto.






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