Adolescence


Adolescence, la miniseire britannica che colpisce allo stomaco.
Adolescence è una miniserie Britannica diretta da Philip Barantini e ideata da Jack Thorne e Stephen Graham uscita su Netflix nel 2025. Ecco di cosa parla la serie che ha sconvolto gli spettatori.

Yorkshire 8 Maggio 2024.

Luke Bascombe e Misha Franck, ispettore e sergente capo della polizia, fanno irruzione insieme a una squadra nella casa della famiglia Miller: Eddie, Manda e i due figli, Lisa e il tredicenne Jamie.

Sconvolti e ignari di cosa possa essere accaduto, i Miller assistono impotenti all'arresto improvviso di Jamie, accusato dell'omicidio di Katie una sua compagna di classe brutalmente assassinata. Jamie si dichiara subito innocente, supportato dai genitori che, oltre a essere contrariati per le modalità dell'arresto, sono convinti che sia stato commesso un grave errore. 

La polizia, però, sembra avere pochi dubbi sulla sua colpevolezza, sostenuta da prove che sembrano schiaccianti. Jamie viene schedato e rinchiuso in cella in attesa dei genitori e dell'avvocato. Da qui iniziano le indagini, e lo spettatore viene coinvolto in ogni dettaglio episodio dopo episodio, grazie anche a una regia che sceglie di usare un unico piano sequenza specifico per ogni puntata. Scopriamo così la vita di Jamie: a scuola, all'interno della famiglia, nei suoi silenzi.

La serie ci mette davanti a tematiche ormai note ma ancora troppo poco affrontate in profondità: bullismo, cyberbullismo, incel, misoginia.

Perché in Adolescence non è tanto importante scoprire se Jamie abbia veramente commesso un omicidio: questo elemento è chiaro sin dall'inizio. Il vero focus è perché e soprattutto cosa può aver portato un ragazzino a un gesto simile. Le sue azioni hanno inevitabilmente delle conseguenze, e non solo per lui: tutta la sua famiglia e l'intera comunità ne verranno travolte.

Forse è proprio questo il segreto del successo della serie: non tanto il colpo di scena, ma il meccanismo che ha scatenato la tragedia. Jamie rappresenta il ragazzo della porta accanto, un cugino, un fratello, un figlio. E, dopo aver esplorato i temi delicati che la serie solleva, è difficile non pensare: "Potrebbe succedere anche a me."

Se bullismo e cyberbullismo sono argomenti di cui ormai si parla spesso, lo è molto meno il concetto di incel (Involuntary celibates), ovvero ragazzi o uomini eterosessuali che si sentono rifiutati, scherniti o ignorati dalle donne, sviluppando per questo un odio profondo e a volte pericoloso. Alcuni rifiuti possono generare una frustrazione così grande da portare a gesti estremi. E Adolescence parla soprattutto di questo: isolamento, influenza dei social e dei media, rapporti famigliari complessi.

Ma è una serie perfetta? Nonostante tratti temi attuali, importanti e delicati, e permetta a molti spettatori di immedesimarsi, Adolescence ha ricevuto anche diverse critiche. Alcuni sostengono che la seria sia troppo concentrata a dimostrare una tesi più che raccontare una storia, sacrificando la complessità di alcuni personaggi. Altri ritengono che il ruolo della famiglia sia stato fin troppo enfatizzato, come se si volesse giustificare le scelte del protagonista attribuendone la responsabilità ad altri. Anche il finale ha diviso: per molti giusto e coerente, per altri troppo amaro e drammatico.

La mia opinione (del tutto personale e spassionata):

Ho guardato con attenzione tutti gli episodi e devo dire che ho trovato bravissimi gli attori, che tra l'altro non conoscevo affatto. Come molti, anche io sono rimasta colpita soprattutto dall'episodio numero 3, dove Jamie ha una lunga conversazione con Briony Ariston, la psicologa incaricata di delinearne il profilo psicologico.

È un episodio emotivamente fortissimo e forse il più determinante della serie. Nonostante le critiche, credo che Adolescence sia una serie che fa riflettere, sia i giovani che i genitori. Una delle migliori viste finora nel 2025. È un capolavoro?
Forse è eccessivo definirlo tale. Ma è comunque una serie che consiglio assolutamente.















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